Per la merenda ci siam fermati al baracchino,
quel chiostro posto all’ombra,
per fare un ristoro nel cammino.
per fare un ristoro nel cammino.
Seduti e rilassati, io
prendo il mio solito bianchino con le patatine;
lei un piccolo gelato, e nulla più.
Invitata a mangiare ancora qualcosa, rifiuta e mi invita a procedere nella visita, a non perder tempo prezioso in quella occasione serena e ideale che non si vuol perdere.
Invitata a mangiare ancora qualcosa, rifiuta e mi invita a procedere nella visita, a non perder tempo prezioso in quella occasione serena e ideale che non si vuol perdere.
Ma prima di procedere, l’ho convinta a fare
un giro del parco sul trenino, che passa per i
luoghi più significativi del parco, ammirando
ora a destra, ora a sinistra, ora da sopra o
da sotto i vari settori dello zoo.
Ci voleva questa piccola sosta viaggiante
per riprendere coscienza del percorso e del
nostro procedere, per orientarsi meglio e
per valutare i nostri percorsi fatti e quelli
da fare.
Anche nella vita, ripassare in altro modo
quello che viviamo ci fa essere più rilassati
e coscienti nel cammino.
Continuare a procedere senza fare una
tappa o non cambiando il modo di procedere
rischia di farci andare avanti senza un senso
e un perché, come perdendo il gusto della
sorpresa e della novità.
“Il treno dei desideri e dei miei pensieri,
all’incontrario va”…ma il vedere a ritroso, a
volte, fa vedere meglio quello che pensavamo
di aver già visto appieno, e che invece ci fa
intravedere in una nuova ottica del percorso,
di quel settore, di quella visita, di quel
passaggio.
La merenda ci ha fatto rilassare e riprendere
le energie nuove per continuare il cammino,
per avere la giusta energia nell’apprezzare
e nel valutare le cose.
Continuare a procedere, senza sosta, ci
avrebbe sfiancato e non fatto godere appieno
il viaggio nello zoo.
“Che bello il viaggio sul trenino!... - dice la
bimba entusiasta… - Ancora uno…?”
“Va beh…dai…!” e ricompro il biglietto, e si
rifà il percorso, osservando in modo nuovo
e più attento le cose che prima ci erano
sfuggite.
“Dopo, basta, però!...” e mi abbandono sul
sedile del trenino.