La Giraffa


Guardare le cose dall’alto.
E’ la scuola di vita della giraffa.
Vedere le cose terra terra è utile e concreto, ma senza lo sguardo dall’alto non è possibile accedere alla speranza, alla fiducia e alla bellezza del panorama appieno.
E poi, per parlare alla giraffa devi proprio farti umile, e riconoscere che non devi abbassarti per farlo, perché lei è sempre al di sopra di te.
Per farsi umili occorre non abbassare lo sguardo, ma alzarlo a lei.
Per osservare il volto della giraffa da vicino, usai l’obiettivo della camera fotografica.
E la bimba osservò quel volto lontano ora fattosi così vicino a lei.
Se abbiamo un obiettivo, anche le realtà più lontane si fanno vicine.
Ma ecco che d’un tratto la giraffa abbassa il suo volto verso di noi, mentre io sto sistemando l’obiettivo della fotocamera.
La bimba aveva colto un fiore, e glielo aveva mostrato; e quella, incuriosita o attratta da quel che poteva pensare essere un cibo gradito, s’era abbassata a lei, fin quasi alla sua mano.
L’obiettivo la bimba l’aveva già, e l’aveva espresso così in quell’occasione, in concreto, mentre io lo filosofavo dentro di me per lei.
“Ma perché hai preso proprio quel fiore per la giraffa?” le ho chiesto.
“Perché ho visto che lei lo guardava dall’alto” aveva risposto.
“Ma come hai fatto a vedere che lei guardava da lassù quel fiore qui sotto?” richiesi.
“Boh..” e stupita e sorridendo guardò alla giraffa e poi a me.
L’obiettivo – pensai – lo raggiungi quando il tuo sguardo si intende con quello dell’altro, anche se fisicamente distante.
Ma è lo sguardo del cuore, quest’ottica diversa che la bimba mi accennava, a far apparire ciò che era interessante non solo per noi, ma anche allo sguardo del cuore dell’altro, alla sua ottica.
 
Questione di ottica, non di occhi.