Alla gabbia del leone c’è una divisoria in vetro per una miglior visione.
E la bimba mi chiese qualche foto con il
sottofondo dell’animale, quasi fossimo vicini.
Quasi fossimo parenti.
E in effetti, un po’ del cuor del leone
appartiene a tutti noi.
Sia in male, in arrabbiature e ferocie, sia in
bene: in forza e tenacia.
Alla bimba non pareva vero di poter stare
così vicina al leone, attraverso la divisoria
in vetro.
Quasi lo accarezzava, con timore e
venerazione, e con una certa prudenza.
Eppur, crescendo, chissà se quella dolce
e timida fanciulla non avrebbe dovuto
ricorrere alla forza del leone per affrontare
i suoi problemi…
Solo qualcuno lo sa…e qualcuno nemmeno se
lo immagina come sarà.
Saranno leoni altri attorno a lei, iniziando
dai più vicini.
Le sbraneranno gli ideali, le faranno a
brandelli l’anima, la strazieranno.
Ma non riusciranno a farla finire subito lì,
con la loro violenza.
Perché il suo cuore di rana la farà rimbalzare
ora qua, ora là.
Sfuggendo, finchè le sarà possibile, a questa
disumanità.
E il leone della gabbia, in questo caso, è più
docile di un agnello in libertà.
Mentre chi le farà violenza la tratterà come
fosse un agnello in gabbia.
“E la rana…la rana, c’entra con la vita del
leone?...” interruppe la bimba.
“…C’entra, eccome: lei salterà e balzerà,
come danzando e sfuggendo qua e là, più
energica e scattante di ogni leone!” risposi
con un tono di solenne affermazione.
E la bimba sorrise, appagata di quella abbinata
che lei riteneva vincente: un corpo da rana
e un cuore da leone era in quel momento per
lei il massimo che poteva avere per la sua
vita.
Mentre ci allontanavamo dalla gabbia
del leone, osservavo quell’animale mezzo
assonnato e intento a rosicchiare un grande
osso che gli era stato posto innanzi, pensando
al fatto che i veri leoni nella vita non sono
quelli, ma noi qui fuori, che siam pronti a
sbranare e a sbranarci ogni volta che, a mo’
di una rana o di una bimba, diamo fastidio gli
uni agli altri.
“E adesso, cosa andiamo a vedere?...”
richiamò la bimba/rana saltellando dinanzi
a me.